A ottobre 2017, rispetto allo stesso mese del 2016, sono aumentate sia le assunzioni che le cessazioni. Le assunzioni, che hanno riguardato il 31,1% del totale degli occupati sono aumentate del 28,7%, a ottobre 2016 invece erano il 2,5% del totale. Le cessazioni, che hanno investito il 2,5% della base occupazionale, sono cresciute del 31,7%, a ottobre 2016 erano il 2% del totale. L’incremento complessivo delle assunzioni (+ 28,7%) nel mese di ottobre ha riguardato tutte le tipologie contrattuali. I contratti a tempo indeterminato sono aumentati del 16,4% rispetto allo stesso mese del 2016. Un tasso di crescita analogo ha riguardato l’apprendistato, mentre quelle a tempo determinato sono aumentate del 24,2%. Anche a ottobre si conferma comunque il forte ricorso al contratto di lavoro intermittente (136%) emerso all’indomani dell’abolizione dei voucher.
Tirando le somme emerge chiaramente che l’aumento dell’occupazione è avvenuto principalmente con i contratti a tempo determinato
. Il numero di lavoratori assunti con questa tipologia dal 2014 al 2017 è cresciuto del 280%. Nello stesso periodo l’occupazione complessiva è cresciuta di 9,9 punti percentuali. Tra le altre forme di contratto che registrano un aumento vanno elencati l’apprendistato e il lavoro intermittente. In particolare questi contratti, in declino fino all’inizio del 2017, tornano ad essere applicati con sempre maggiore frequenza e fanno segnare un più 23% rispetto a dicembre 2014. Se volessimo fare un confronto si può dire che l’occupazione dipendente a tempo determinato delle micro e piccole imprese e nell’artigianato, tra ottobre 2014 ottobre 2017, è passata dal 6,9% al 20% del totale. L’apprendistato oggi è applicato al’8,7% dei lavoratori contro il 5,7% del 2014. Il lavoro intermittente è applicato al 2,8% degli occupati contro il 2,4 del 2014. Negli ultimi tre anni invece si è assistito a un ridimensionamento del 16,5% nell’applicazione del contratto a tempo indeterminato. Quest’ultimo, pur rappresentando la tipologia contrattuale di gran lunga più diffusa, a ottobre 2014 risultava applicato al 85,0% della base occupazionale mentre a ottobre 2017 era applicato al 68,5%. (fonte Agipress)

