Il prezzo dell’energia elettrica pagato dalle imprese italiane è superiore di quasi 36 punti percentuali alla media continentale. Con un differenziale che schizza addirittura al +45,4% per artigiani, micro e piccole imprese dai consumi annui inferiori ai 20 megawattora. E’ quanto rivela l’Osservatorio Energia 2017 curato dal Centro studi della CNA che confronta annualmente le bollette energetiche dei sistemi produttivi europei. L’analisi consente di valutare separatamente il peso delle diverse voci che concorrono alla formazione del prezzo finale (energia, rete di distribuzione, oneri e imposte) di sei fasce di consumo nelle quali è divisa l’utenza. 

Le imprese italiane sono svantaggiate non solo per l’alto prezzo finale pagato ma anche per una bolletta mal strutturata. Le imprese italiane sopportano infatti il prelievo fiscale e parafiscale più alto d’Europa, del tutto indifferente alle logiche del mercato, mentre la componente energia non supera il 45% del prezzo finale. Si tratta di una circostanza estremamente critica per i consumatori, dato che è proprio sulla componente energia che si esercita la concorrenza. 

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