clelia posted on aprile 16, 2020 09:11
di M.Cristina Corradini – Clelia Consulting
Claudio Pucci STUDIO PUCCI – LAW &TAX ADVISORS società tra professionisti s.r.l
Siamo, come si spera, molto prossimi alle riaperture, che con le dovute cautele, piano piano riguarderanno tutte le attività. Ma cosa ci aspetta? Dopo avere constatato in maniera ironica che anche l’emergenza sanitaria fa parte del Rischio d’Impresa, noi imprenditori abbiamo comunque l’obbligo di pensare sempre al “dopo”.
Cosa possiamo immaginare fin da ora e come possiamo ripartire?
Alcuni elementi certamente modificheranno il modo di produrre e/o erogare prodotti e servizi.
Certamente dobbiamo immaginarci un ‘dopo’ in cui la paura di muoversi in parte rimarrà ancora per molto tempo!
Ciò potrà significare: riduzione dei contatti, ampliamento degli spazi (poltrone distanziate), riduzione del numero di consumatori a parità di orario di apertura, e così via.
L’attenzione alla ‘Safety’ di tutti dovrà prevedere ancora l’uso delle mascherine, il gel per le mani, i kit monouso, la sanificazione di ambienti; il tutto con impatti organizzativi da prevedere e da attivare prima delle riaperture nei diversi settori. Vediamone alcuni.
Come cambieranno ad esempio i parrucchieri? Il futuro dei saloni di bellezza sarà fatto di poltrone distanziate, kit monouso, spazzole impacchettate e sterilizzatori; oltre a questo ci potrebbe essere un ruolo maggiormente attivo ed educativo del parrucchiere, che dovrebbe incoraggiare le clienti a ‘farsi belle’ in casa; la libertà dalla piega è una forma di libertà femminile che andrebbe valorizzata con l’insegnamento dei piccoli trucchi del mestiere.
Il cambiamento probabilmente dovrà riguardare anche il modo di lavorare e l’orario.
La profittabilità del negozio può essere generata dall’ottimizzazione degli spazi (con le nuove normative) e dall’estensione dell’orario di apertura. In questo modo si può offrire un servizio più ampio e scaglionato che aiuta a superare il concetto “salone pieno di clienti” e valorizzare l’idea di esclusività e soprattutto di personalizzazione del servizio al cliente.
Il ‘pronti per l’imbarco’ probabilmente sarà anche parte della riorganizzazione dei servizi di accoglienza dei Centri Estetici, nel senso che ci dovremo abituare all’attivazione di protocolli essenziali per la Salute dei Clienti e delle Estetiste. Quindi: mascherine monouso da utilizzare durante la permanenza nei saloni, al gel per le mani da applicare all’entrata, ai guanti, allo scanner per controllare la temperatura e all’attivazione dei processi di igienizzazione delle cabine dopo ogni seduta cosi come l’utilizzazione dell’autoclave..
Spazio a barriere di ogni forma e tipo (dalla mascherine con visiera alle barriere in plexigas) per la protezione durante le manicure e pedicure..
Restano i massaggi che certo dovranno essere in parte ripensati con uso di manipoli e con guanti particolari che consentano la difesa senza perdere il contatto che è parte integrante del trattamento.
I tester resteranno un ricordo; la rinuncia al momento della prova, del ‘come sarò con’ dovrà essere sostituita con prodotti monodose, pack con erogatori o airless. Le aziende di produzione si dovranno preparare molto in quest’ambito.
Dinamiche molto simili, in termini di mantenimento delle distanze, lo riscontreremo nei ristoranti e nei bar, in cui il delivery troverà uno spazio e una richiesta relativamente elevata.
Anche nel turismo cambieranno le richieste dei viaggiatori in termini di pulizia. Questo, potrebbe portare le compagnie aeree e ferroviarie a dover spendere più denaro e tempo per i servizi di pulizia approfondita delle cabine e dei vagoni e potrebbe aumentare i prezzi e allungare i tempi del viaggio.
Anche lo spazio richiesto dai viaggiatori sarà una voce importante, visto che nel mondo post Covid, ora che ci è stato ampiamente spiegato cosa succede alla saliva nell’aria, difficilmente accetteremo di viaggiare ammassati o, anche solo vicini.
Infine molto cambierà per gli alberghi che come, aerei e treni, dovranno rispondere a uno standard altissimo, quasi maniacale, di pulizia e igiene.
Quest’anno i turisti gradiranno anche i servizi di consegna a domicilio, pizzerie e ristoranti, bar, negozi commerciali, etc., quindi le strutture dovranno attrezzarsi per dare un’adeguata risposta.
E i trasporti? Dopo anni di campagne promozionali per scoraggiare l’uso dell’auto, ora bus, metropolitane e treni sono i nuovi «nemici». Per riavvicinare pendolari e utenti le società di gestione stanno studiando nuovi piani operativi, con spazi delimitati per l’attesa e corse a «numero chiuso» in modo da garantire le distanze. Inevitabile l’aumento dei tempi di attesa e la necessaria dose di pazienza per affrontarli. Le stazioni della metro e quelle ferroviarie hanno il problema degli spazi comuni da gestire: dovremo abituarci a percorsi di distanziamento e controlli. I mezzi di trasporto verranno sottoposti a pulizie e disinfezioni dopo ogni corsa.
Il trasporto aereo sarà uno dei settori maggiormente rivoluzionato. Dopo decenni di espansioni delle low cost, riduzioni tariffarie e analoghe contrazioni degli spazi fra i seggiolini, le compagnie dovranno riprogettare le procedure: termo scanner agli imbarchi, guanti e mascherine per i passeggeri, imbarco coi soli «finger», posti contingentati e assegnati ad adeguata distanza, sanificazione frequente delle toilette, pasti rigorosamente sigillati, pulizia e sterilizzazione degli ambienti a fine volo. Per le sale transiti degli aeroporti valgono le considerazioni delle stazioni. I serpentoni fitti disegnati dalla colonnine «tendi nastro» apparterranno al passato.
La maggiore interattività (abbiamo scoperto e ci siamo adeguati velocemente all’uso della rete) sarà parte integrante del cambiamento. Le persone si domanderanno sempre più “puo’ essere fatto da casa?” Lo smart working, la didattica, le Conference Call ormai sono diventate d’uso comune e l’esigenza di ‘essere distanti ma uniti’ troverà ancora nell’uso della tecnologia un validissimo alleato. L’uso delle tecnologie dovrà essere particolarmente immersivo con uso di video conferenze e focus interattivi sui prodotti ( per avvicinare e mantenere un contatto con il mercato di riferimento). Le tecnologie immersive ci aiuteranno a fare vedere i nostri prodotti/servizi fino a che non li potremo far vedere dal vivo. Dovremo ampliare i contenuti del digitale con le pillole formative su finiture e novità, con mini eventi in digitale in modo da non perdere il contatto. I prodotti in digitale prima dell’arrivo fisico… insomma. E poi webinar per i nostri collaboratori, per la nostra rete, per i nostri distributori, per i nostri clienti.
Anche in questo caso i campi applicativi potranno essere numerosi.
Basti pensare:
1. ai Settori dell’Arredamento e della Moda per esempio che nella tecnologia troveranno il miglior alleato per far scoprire le collezioni, mantenere e alimentare una relazione con i distributori; arredi e collezioni anticipati da attività digitali; video e interviste ai portatori di interesse (architetti, designer, per formare la rete); webinar di formazione per la propria rete e i propri collaboratori;
2. al Settore del Turismo che era già avanti in questa direzione e che nel 2020 sarà un turismo di prossimità e ridimensionato nei tempi. Ma la proposta da fare sarà Undertourism = turismo attento alle persone micro e piccole destinazioni dove gli stili di vita sono ancora autentici, l’ambiente e il territorio sono tutelati da forme di vita sociale non eccessivamente invasiva e il rapporto con la natura e la sua biodiversità è prevalentemente armonico grazie ad ecosistemi economici non massivi e distruttivi. E cosa dire dell’Italia? La maggior parte delle tradizioni e del Patrimonio Immateriale del nostro paese è custodito proprio nelle destinazioni e nei territori a mala pena lambiti dal fenomeno economico del turismo;
3. alle Società di servizi qualificati che hanno finalmente scoperto come stare vicino ai clienti senza solo il contatto fisico;
4. ai Commercianti che possono trasformare la loro offerta off-line in offerta online.
Insomma un Binario, l’online, che si ricongiungerà all’altro, l’off-line, appena questa crisi sanitaria ce lo consentirà.
Tutto questo in attesa di riattivare nella nostra ‘clausura’ l’insieme di stimoli e di reazioni che si realizzano nello scambio sociale e che, se mancano, rischiano di far venire meno e mortificare creatività e intelligenza.
Una analisi a parte merita l’impatto economico che questa fase subirà. La molteplicità degli accorgimenti per mantenere il distanziamento sociale (seppur ridotto) abbiamo capito che porterà ad una drastica riduzione dei volumi delle attività commerciali e dei pubblici esercizi i quali, non avranno più la loro capacità occupazione che fino ad oggi garantiva lavoro, seppur con qualche fibrillazione causata dalla crisi economica.
Non solo. Saranno indispensabili degli investimenti da fare all’interno delle strutture aziendali. Non solo commerciali e dei pubblici esercizi, ma anche nelle industrie, nei trasporti. Insomma una rivoluzione anche in termini economici e gestionali.
Si dovranno rivedere i costi delle aziende, così come non sappiamo bene ancora come potranno resistere alcune forme di tutela (es: salario minimo sindacale), perché nello stesso tempo si dovrà essere competitivi. Per questo gli incentivi, sgravi ed aiuti statali saranno più che mai necessari.
E’ ancora troppo presto per tirare delle conclusioni. Soprattutto per dire se affronteremo questo nuovo modo di fare impresa da soli oppure lo faremo come “comunità europea”.
Puoi leggere l'articolo anche sul Sole 24 Ore