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Notizie e News da Clelia Consulting

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Il blocco dei flussi turistici è stato uno degli effetti economici più immediati della crisi associata al Covid-19. I primi effetti sono già emersi a febbraio, con il diffondersi dell’epidemia in molti paesi, ma è agli inizi di marzo che si è giunti all’azzeramento dell’attività in corrispondenza dei provvedimenti generalizzati di distanziamento sociale. A seguito del DCPM n.19 del 25 marzo, le strutture ricettive di tipo extra-alberghiero sono state considerate attività non essenziali e, salvo eccezioni, hanno chiuso. Gli esercizi alberghieri possono, formalmente, continuare a operare, ma nella grande maggioranza dei casi hanno sospeso ogni attività. D’altro canto, al di là dei provvedimenti di blocco, anche altri comparti che trovano alimento nella domanda attivata dai turisti subiscono impatti di rilievo: si tratta della ristorazione, di diverse componenti dei trasporti e, in misura più contenuta, del commercio. Al momento l’orizzonte di ripresa delle attività connesse alla domanda turistica è del tutto incerto, ma per avere un quadro della dimensione economica del problema Istat fornisce alcuni dati essenziali. L’Italia è al primo posto in Europa per quota di esercizi ricettivi sul totale Ue (più del 30% nel 2018) e al secondo per quota di presenze di clienti di residenza estera (50,6% nel 2019). Istat spiega come nel solo trimestre di primavera marzo-maggio 2020 si sarebbero realizzate almeno 81 milioni di presenze turistiche, pari al 18,5% del totale annuale, soprattutto di clienti stranieri (56% delle presenze) e nelle strutture alberghiere (70,6%). Il settore ricettivo in senso stretto produce un fatturato di 25,6 miliardi di euro, dei quali 20,1 del comparto degli alberghi; le attività delle agenzie di viaggio e servizi connessi realizzano 12 miliardi (dati 2017). Nel 2019, la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia ammonta a circa 44,3 miliardi euro; al suo interno la componente più consistente è quella per i servizi di alloggio, che ne rappresenta circa la metà, seguono la ristorazione con oltre un quinto del totale e, con quote inferiori, lo shopping e il trasporto. Considerando il solo trimestre marzo-maggio del 2019, tale componente è risultata pari a 9,4 miliardi di euro. Quest’anno, nello stesso periodo, la quasi totalità del normale flusso di spesa effettuato da viaggiatori stranieri è destinato a risultare nullo.

Non resta che sperare nella stagione estiva per limitare, per quanto possibile, gli ingenti danni che il settore ha subito fino ad ora. Segnali interessanti giungono dai risultati di un sondaggio che il Tour Operator  toscano “I Viaggi del Cavallino” sotto la consulenza di Clelia Consulting ha sottoposto ai circa 600 tra clienti e appassionati di viaggi. Primo dato è che alla domanda sulle prossime intenzioni, il 43,5% ha affermato che partirà certamente per un viaggio, il 49% forse e solo il 7,5% non ha alcuna intenzione di partire. Il 53,5% ha intenzione di partire in estate, la maggior parte per almeno una settimana. Il mezzo di trasporto preferito è il bus seguito da aereo e auto. Alla domanda “Come pensi le tue vacanze” la maggior parte degli intervistati le prevede in coppia, poi in ordine di preferenza in gruppo, insieme a pochi amici, in famiglia. Tra le mete preferite spiccano le città d’arte seguite dal mare, terza classificata, la montagna. Superfluo sottolineare che per la stragrande maggioranza degli intervistati, la sensazione prevalente desiderata dalla prossima vacanza è la serenità e la libertà. Insomma segnali interessanti e incoraggianti che evidenziano la voglia e il desiderio di “rimettersi in moto”, per superare, presto, emotivamente, il particolare momento storico e ritornare ad alimentare la voglia di viaggiare che ci contraddistingue.

Puoi leggere l'articolo anche su Agipress

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